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CONTE E NAPOLI: UN MATRIMONIO DI CONVENIENZA DESTINATO A FINIRE?

Le dichiarazioni al vetriolo del tecnico leccese lasciano presagire un addio estivo nonostante lo scudetto in arrivo

Tre frasi, tre indizi, un caso aperto sul futuro. Basterebbe analizzare con attenzione le dichiarazioni pubbliche di Antonio Conte negli ultimi due mesi per comprendere che, nonostante il tricolore ormai a un passo, l’avventura del tecnico all’ombra del Vesuvio potrebbe concludersi molto prima del previsto.

Messaggi tra le righe

17 maggio 2025, Castel Volturno: “Sono molto stanco, ho dato tutto. A Napoli a volte c’è una domanda sempre molto alta, a volte molto più alta delle reali possibilità”. Parole pesanti come macigni, pronunciate a una settimana dalla possibile festa scudetto.

Appena qualche giorno prima: “Sento una responsabilità enorme, anche troppo”. E ancora, risalendo al 18 aprile, la frase che suonava già come un anticipazione per gli appassionati di thriller psicologici: “In questi otto mesi ho capito che qui tante cose non si possono fare”.

Conte non è mai stato uomo da mezze misure. Ha sempre preferito un linguaggio diretto, quasi brutale, sdegnando qualsiasi forma di diplomazia. Le sue conferenze stampa sono autentiche sedute di verità scomode, spesso strategicamente calibrate per inviare messaggi precisi alla proprietà, ai tifosi, alla squadra.

Una tattica comunicativa affinata nel tempo che ricorda la strategia di chi sa quando puntare forte e quando ritirarsi da una mano, come insegnano gli esperti di Legiano Casino dove ogni mossa nasconde un piano ben preciso, proprio come nell’elaborata strategia mediatica del leccese.

La frattura di gennaio

Per comprendere le radici del malumore di Conte occorre tornare all’inverno, precisamente a gennaio, quando si consumò la prima vera frattura con la società. L’origine del dissidio porta un nome e cognome: Khvicha Kvaratskhelia, ceduto al Paris Saint-Germain nonostante la ferma opposizione dell’allenatore.

Non fu tanto la partenza del georgiano quanto la gestione del dopo a far infuriare Conte. I tentativi falliti per Adeyemi, Garnacho e Lang del PSV, conclusi con l’acquisto last-minute di Okafor, hanno lasciato una ferita profonda nel rapporto tra tecnico e dirigenza.

A questo si aggiunse l’infortunio di Alessandro Buongiorno poco prima di Natale e la mancata sostituzione dopo il fallimento della trattativa per Danilo della Juventus. Due buchi enormi che hanno condizionato la stagione, nonostante l’attuale posizione in classifica.

Lo sfogo di Monza

Il culmine della tensione è stato raggiunto dopo la sconfitta di Monza del 18 aprile 2025. In quell’occasione Conte ha rotto gli argini: “Neres ha avuto un problema al soleo e non so se è colpa dei campi di Castel Volturno, che dovevano essere rifatti e invece sono sempre gli stessi.”

E ancora, più esplicitamente: “Dobbiamo vivere il presente, ma la gente vuole vincere e ha ambizione, poi vediamo quale sarà la realtà. Io mi faccio da garante, ma non sono stupido e capisco se non ci sono i mezzi necessari.”

Parole che ricordano i famosi sfoghi di altri allenatori di carattere come quello memorabile di Luis Enrique in difesa di Verratti quando accusò la stampa di non comprendere le qualità del centrocampista italiano, con la differenza che Conte ha puntato il dito direttamente verso la proprietà.

Lo scudetto rimarginerà le ferite?

“Il tempo guarisce tutto”, recita un vecchio adagio. Ma nel caso del rapporto tra Conte e De Laurentiis, nemmeno un tricolore potrebbe essere sufficiente a sanare le profonde divergenze emerse nell’ultimo anno.

Il 23 maggio potrebbe rappresentare contemporaneamente il momento più alto e l’inizio della fine di questa tormentata relazione. La festa scudetto rischia di trasformarsi in un elegante cerimonia d’addio, con il tecnico leccese pronto a cercare nuove sfide dove la sua ambizione possa essere pienamente supportata.

“Quando un allenatore del mio calibro arriva in una piazza come Napoli, le aspettative crescono automaticamente,” avrebbe potuto spiegare Conte in un’ipotetica intervista chiarificatrice. “Ho sempre dato tutto me stesso, ma serve sintonia totale tra visione tecnica e progetto societario. Non sono disposto a compromettere i miei principi.”

Un divorzio annunciato?

Mentre la città si prepara alla grande festa, nei corridoi della società si respira già aria di cambiamento. Il presidente De Laurentiis, mai tenero con gli allenatori che hanno osato sfidare la sua autorità, starebbe già valutando alternative per la prossima stagione.

Dal canto suo, Conte non mancherebbe di pretendenti: dalla Premier League, suo grande amore mai dimenticato, alla possibilità di un clamoroso ritorno in una big italiana.

Per ora, tuttavia, c’è uno scudetto da conquistare matematicamente. Il resto, come ama ripetere lo stesso Conte citando un altro dei suoi tormentoni, “si vedrà a bocce ferme”. Ma a giudicare dalle premesse, difficilmente le bocce resteranno ferme a lungo.

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