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Serie C, il valzer delle iscrizioni: Inter U23 pronta al ripescaggio dopo l’esclusione della Spal

Tra riammissioni e ripescaggi, la terza serie italiana si prepara a una nuova stagione con tante novità

La storia che si ripete. Dodici mesi fa la mancata iscrizione dell’Ancona aprì le porte della Serie C al Milan Futuro, esperienza conclusa con una retrocessione immediata. Quest’anno è la Spal a lasciare il posto, con l’Inter U23 pronta a subentrare come squadra ripescata dopo l’ufficializzazione dell’esclusione ferrarese da parte del Consiglio federale.

I nerazzurri avranno tempo fino al 18 luglio per completare tutti i passaggi formali e diventare così la terza formazione Under 23 nel campionato di Serie C, affiancando Atalanta U23 e Juventus Next Gen in un fenomeno che continua a espandersi nel calcio italiano.

Il declino della Spal: dalla Serie A all’esclusione

Solo quattro anni fa militava nella massima serie. Il destino della Spal ha preso una piega drammatica: nel 2020 disputava ancora la Serie A, poi è passata nelle mani dell’imprenditore italo-americano Joe Tacopina che non è riuscito a replicare i successi ottenuti con Roma, Bologna e Venezia.

Il progetto di rilancio si è rivelato fallimentare, conducendo la storica società ferrarese verso una crisi finanziaria culminata con l’esclusione dai campionati professionistici. Una parabola discendente che rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme sulla sostenibilità economica del sistema calcio italiano.

Il domino dei ripescaggi

Non solo la Spal. La mappa delle partecipanti alla prossima Serie C è in continua evoluzione. Al posto della Lucchese, esclusa in seguito all’avvio della procedura di liquidazione giudiziale, verrà riammessa la Pro Patria, che potrà così mantenere la categoria nonostante la retrocessione sul campo.

Più complessa la situazione legata all’eventuale ripescaggio del Ravenna, che dipende esclusivamente dalle vicende del Brescia di Massimo Cellino. La società lombarda, di fatto già considerata una ex dopo la penalizzazione che l’ha condannata alla retrocessione (4 punti in questa stagione di Serie B e altri 4 nel prossimo campionato), aveva inizialmente rinunciato all’iscrizione.

Il caso Brescia: l’ultimo tentativo di Cellino

Un colpo di scena dell’ultima ora. Nonostante tutto sembri ormai compromesso, Cellino starebbe per presentare domanda di iscrizione alla Serie C, avvalendosi della deroga concessa alle squadre che il 6 giugno erano ancora in bilico tra Serie B e C.

Il presidente ha tempo fino a martedì 24 giugno per completare la documentazione, ma gli stipendi non versati entro il termine perentorio del 6 giugno e la mancanza della fideiussione rappresentano ostacoli insormontabili. La Figc, infatti, respingerà quasi certamente la richiesta nella riunione del 26 giugno.

Gli esperti di https://www.winsane.it.com/ considerano questa mossa come un tentativo disperato che non avrà effetti concreti sul piano sportivo, ma potrebbe rientrare nella strategia legale di Cellino per i futuri ricorsi.

Le conseguenze a catena

La domanda di iscrizione del Brescia, pur destinata al fallimento, produce effetti tangibili. Questa operazione infatti avvantaggia il Ravenna, che verrebbe ripescato scavalcando il Caldiero Terme nella graduatoria. Quest’ultimo, retrocesso sul campo, sarebbe stato riammesso se i bresciani avessero definitivamente rinunciato all’iscrizione senza presentare alcuna domanda.

Si tratta dell’ennesimo esempio di come le vicende burocratiche e amministrative possano influenzare profondamente gli equilibri sportivi, alterando i verdetti del campo e creando situazioni paradossali.

Nel frattempo, Salernitana e Sampdoria hanno ottenuto un’ulteriore proroga fino a giovedì 26 per completare l’iscrizione, in considerazione del playout disputato solo recentemente.

Il futuro della Serie C

Il campionato si prepara a una stagione di transizione. L’ingresso dell’Inter U23 come terza formazione Under 23 conferma la tendenza dei grandi club a utilizzare la Serie C come laboratorio per la crescita dei giovani talenti, seguendo l’esempio di grandi formatori che hanno saputo far crescere campioni anche partendo dalle categorie inferiori.

Per la Lega Pro si prospetta un’altra stagione complessa, con un mix di società storiche e formazioni giovani, tra difficoltà economiche che continuano a mettere a rischio la sostenibilità di molti club e la necessità di trovare un modello di business più solido.

Resta da vedere se le seconde squadre porteranno il contributo sperato in termini di visibilità e valorizzazione del talento italiano, o se rappresenteranno semplicemente un’ulteriore distorsione in un sistema già fragile. Una cosa è certa: la geografia calcistica italiana continua a cambiare, spesso più per fattori economico-amministrativi che per meriti sportivi.

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