L’organo di controllo europeo punisce i blaugrana dopo la semifinale persa contro l’Inter
La semifinale di Champions League tra Inter e Barcellona continua a far discutere anche settimane dopo il triplice fischio finale. L’Uefa ha emesso una serie di provvedimenti disciplinari nei confronti del club catalano: Lamine Yamal e Robert Lewandowski sono stati multati di 5.000 euro ciascuno per infrazioni al regolamento antidoping, mentre il tecnico Hansi Flick e il suo vice Marcus Sorg dovranno scontare una giornata di squalifica e pagare una sanzione di 20.000 euro per comportamento inappropriato verso la terna arbitrale. Le violazioni antidoping contestate riguardano ritardi nella presentazione ai controlli post-partita, mentre le sanzioni ai membri dello staff tecnico sono legate alle veementi proteste verso l’arbitro Marciniak al termine della rocambolesca sfida di San Siro.
Le infrazioni antidoping di Yamal e Lewandowski
La commissione disciplinare dell’Uefa ha rilevato irregolarità nelle procedure di controllo antidoping che coinvolgono due delle principali stelle del Barcellona. Secondo quanto emerso dal procedimento, Yamal e Lewandowski non avrebbero rispettato i tempi previsti dal protocollo, presentandosi in ritardo all’appuntamento con gli ispettori dopo la partita contro l’Inter.
La situazione appare particolarmente curiosa considerando i diversi ruoli avuti dai due giocatori nella semifinale: se il giovane talento spagnolo era stato tra i protagonisti più brillanti della serata, creando costanti pericoli alla difesa nerazzurra, il centravanti polacco era subentrato solo al 91° minuto, avendo saltato anche la gara d’andata per infortunio.
La multa di 5.000 euro inflitta a ciascun giocatore rappresenta più un richiamo formale che una sanzione severa, ma sottolinea l’attenzione dell’Uefa verso il rispetto delle procedure antidoping, anche quando si tratta di semplici ritardi procedurali piuttosto che di positività ai test.
Flick e il suo vice pagano le proteste
Decisamente più pesante la sanzione comminata all’allenatore tedesco e al suo vice. Hansi Flick dovrà scontare una giornata di squalifica e pagare 20.000 euro di multa per aver violato, come recita il comunicato ufficiale, “le norme basiche di condotta decente” nel confronto con la terna arbitrale.
Identica sanzione per Marcus Sorg, secondo allenatore del Barcellona, ugualmente coinvolto nelle proteste post-partita.
Il tecnico blaugrana non aveva nascosto la sua frustrazione nelle interviste successive alla sconfitta: “Ho detto all’arbitro quello che dovevo dirgli. Ogni decisione dubbia è stata presa a favore dell’Inter” aveva dichiarato Flick, puntando il dito in particolare contro la concessione del rigore trasformato da Calhanoglu per il momentaneo 2-0 nerazzurro e un presunto tocco di mano di Dumfries nell’area interista.
Le polemiche sulle bende e i sospetti nel calcio spagnolo
Le sanzioni per le infrazioni al regolamento antidoping arrivano in un contesto già caratterizzato da alcune insinuazioni emerse nei giorni successivi alla partita. A far discutere erano state le dichiarazioni del dottor Niko Mihic, ex responsabile dei servizi medici del Real Madrid, che in un’intervista a Marca aveva sollevato dubbi sulle bende indossate da alcuni giocatori del Barcellona.
“Qualsiasi medico sa che se si vuole facilitare un accesso venoso, questo avviene a livello dei polsi e delle mani” aveva sottolineato il medico, con un’allusione neanche troppo velata a possibili pratiche illecite, riportando alla memoria vecchie polemiche che avevano coinvolto il Barcellona dell’era Guardiola.
Gli appassionati di calcio internazionale ricorderanno certamente altre celebri dichiarazioni controverse nel mondo del calcio, come quelle di Luis Enrique su Marco Verratti che fecero discutere tifosi e addetti ai lavori per settimane riguardo alla gestione dei talenti nel calcio moderno.
Il precedente della semifinale di San Siro
La partita al centro delle controversie era stata una delle più spettacolari della stagione europea, con l’Inter capace di imporsi in casa conquistando l’accesso alla finale di Champions League dopo una battaglia tattica ed emotiva di altissimo livello.
La tensione agonistica della sfida si era evidentemente trasferita anche fuori dal campo, come dimostrano i provvedimenti disciplinari ora adottati dall’Uefa, che chiudono formalmente una vicenda destinata comunque a lasciare strascichi nei rapporti tra i due club.
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Resta da vedere se queste sanzioni influenzeranno l’atteggiamento del Barcellona nelle future competizioni europee, sia a livello di protocolli antidoping che di gestione delle relazioni con gli arbitri, in un momento in cui il club catalano sta cercando di ricostruire un ciclo vincente anche in ambito internazionale.